domenica 26 novembre 2017

Caronte


CANTO 3 
Ed ecco verso noi venir per nave un vecchio, bianco per antico pelo, gridando: 
"Guai a voi, anime prave!
Non isperate mai veder lo cielo: i' vegno per menarvi a l'altra riva ne le tenebre etterne, 
in caldo e 'n gelo.
E tu che se' costì, anima viva, pàrtiti da cotesti che son morti".
Ma poi che vide ch'io non mi partiva, disse: "Per altra via, per altri porti verrai a piaggia, non qui, per passare:più lieve legno convien che ti porti".
E 'l duca lui: "Caron, non ti crucciare: vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, 
e più non dimandare".
Quinci fuor quete le lanose gote al nocchier de la livida palude, 
che 'ntorno a li occhi avea di fiamme rote.
Ma quell'anime, ch'eran lasse e nude, cangiar colore e dibattero i denti, 
ratto che 'nteser le parole crude.
Bestemmiavano Dio e lor parenti, 
l'umana spezie e 'l loco e 'l tempo e 'l seme di lor semenza e di lor nascimenti.
Poi si ritrasser tutte quante insieme, forte piangendo, 
a la riva malvagia ch'attende ciascun uom che Dio non teme.
Caron dimonio, con occhi di bragia, loro accennando, tutte le raccoglie; batte col remo qualunque s'adagia.

Nessun commento:

Posta un commento